Associazioni ed enti del Terzo settore segnalano che le risorse nel bilancio previsionale non sono molte e chiedono coprogettazione. Giulia Tempesta: ne terremo conto.
(di Giorgio Marota)
Il bilancio del Comune di Roma capitale, approvato il 26 gennaio, desta qualche preoccupazione all’associazionismo del territorio. Per il nuovo sindaco Roberto Gualtieri si tratta di «una svolta che permette a Roma di rinascere e funzionare meglio», ma Agcisolidarietà Lazio, Confcooperative Federsolidarietà Lazio, CSV Lazio, Legacoopsociali Lazio, Forum Disuguaglianze e Diversità, Forum Terzo Settore Lazio e Rete dei Numeri Pari – scottati, come l’intero mondo del terzo settore capitolino, dal recente passato e del rapporto mai decollato con la giunta Raggi – si aspettavano provvedimenti più decisi e una maggiore attenzione: «il giudizio non è positivo», hanno dichiarato in una nota congiunta.
Le risorse nel bilancio del Comune
Il primo bilancio previsionale elaborato dalla giunta Gualtieri per il triennio 2022-2024 è una manovra finanziaria complessiva da 13,9 miliardi di euro, tra spesa corrente (5,28 miliardi, +304 milioni rispetto al 2021) e investimenti (1,7 miliardi totali, erano 1,4). Tra gli stanziamenti più significativi ci sono quelli per la scuola (109 milioni in più rispetto al 2021). Incrementi vengono stabiliti anche sul sociale (31 milioni in più, grazie all’applicazione dell’avanzo di amministrazione) e per il settore della cultura e delle iniziative (3,5 milioni di euro). Il 28 dicembre le associazioni hanno incontrato in Campidoglio il sindaco, l’assessora al bilancio, Silvia Scozzese, e l’assessora alle Politiche Sociali, Barbara Funari. Al centro del dibattito, l’impatto che le previsioni di bilancio avrebbero avuto sulla cittadinanza: le realtà sociali hanno chiesto di entrare in questi discorsi con un ruolo attivo, per rendere davvero Roma «una città coesa» come prevedeva il programma elettorale del sindaco.
Secondo Giuseppe De Marzo, responsabile nazionale politiche sociali di Libera e coordinatore nazionale della Rete dei Numeri Pari, «la consistenza degli ulteriori stanziamenti previsti dal maxiemendamento appare marginale, sia in valore assoluto che in percentuale rispetto all’intero bilancio. Si tratta, per lo più, di acquisizione di trasferimenti sopravvenuti o di riassegnazioni di budget all’interno delle risorse assegnate. Si conferma una stagnazione delle risorse rispetto agli anni precedenti. È urgente anticipare i tempi relativi al primo assestamento al massimo entro i primi di marzo».
La co-programmazione
Pochi soldi, insomma. Come evidenziato più volte dalle stesse associazioni, inoltre, negli ultimi anni il Comune di Roma non ha speso il 53% dei fondi stanziati: risorse che potrebbero aiutare la città a rialzarsi in un momento di crisi, pensando in particolare alle fasce della popolazione più svantaggiate e colpite dall’emergenza sanitaria. Gualtieri si sarebbe impegnato a lavorare in questa direzione incrementando anche la capacità di spesa per il Terzo settore. Ma per invertire la rotta, spiegano le associazioni, serve «un Tavolo di confronto con l’Amministrazione per monitorare costantemente la previsione e l’impegno reale delle risorse stanziate, estendendo tale analisi anche ai Municipi».
Tornano quindi d’attualità la co-progettazione e la co-programmazione. Cioè quel “fare insieme” previsto dal Codice del Terzo settore, nel quale ci sono delle disposizioni rivolte agli Enti Pubblici in un’ottica di piena collaborazione: norme per assicurare «il coinvolgimento attivo degli enti del Terzo settore, attraverso forme di co-programmazione, co-progettazione e accreditamento». La sentenza 131/2020 della Corte Costituzionale, che ha richiamato al rispetto dell’art. 118 della Costituzione, ricorda che le amministrazioni non dovrebbero più programmare e progettare in via esclusiva; tali processi andrebbero infatti allargati alle associazioni in quanto soggetti giuridici dotati di caratteri specifici rivolti a “perseguire il bene comune” e a svolgere “attività di interesse generale” senza perseguire finalità lucrative soggettive (leggi qui).
Un bilancio previsionale dovrebbe parlare proprio il linguaggio della co-programmazione: è in questo documento, infatti, che vanno individuati i bisogni dei cittadini, gli interventi necessari, le modalità di realizzazione a medio-lungo termine e le risorse disponibili.
La politica non può farcela da sola e senza il contributo dei propri cittadini, a maggior ragione in una città così vasta e complessa. Per contrastare le disuguaglianze «è necessario un impegno concreto da parte dell’amministrazione a estendere in confronto all’intero consiglio comunale» l’appello delle varie associazioni. «Siamo inorriditi dal fatto che ci sono così tante risorse non spese», ha spiegato Francesca Danese, portavoce del Forum Terzo Settore Lazio. «Il numero di persone senza lavoro e di famiglie in difficoltà cresce in modo preoccupante. A Roma serve un nuovo approccio ai servizi».
Le politiche abitative
Da qui la proposta di un tavolo permanente e cabina di regia inter-assessorile. «Servirebbe un approccio interdisciplinare sulle politiche abitative, ma bisognerebbe anche dialogare su temi come il bilancio, la scuola, le politiche sociali, la cultura. Tutto questo deve entrare nelle questioni di welfare. Il Terzo settore nei due anni di pandemia ha letteralmente tenuto la città». Anna Vettigli, responsabile di Legacoopsociali Lazio, ha spiegato come «Ci sono poche risorse alla voce “casa” e “lotta alle diseguaglianze”. E anche se i fondi sono aumentati rispetto al recente passato, un passato che ci ha fatto scendere in piazza talmente la situazione era vergognosa, risultano essere pochissimi. Sinceramente, da questo tipo di amministrazione ci aspettavamo qualcosa in più. Abbiamo chiesto di sistemare il tutto entro marzo e vorremmo una cabina di regia nella quale potremmo confrontarci costantemente».
Obiezioni accolte
Le preoccupazioni sono state raccolte dalla consigliera Pd Giulia Tempesta, presidente della commissione Bilancio, che ha scelto Reti Solidali per esprimere la posizione dell’amministrazione: «Bene hanno fatto le cooperative, il Forum del Terzo Settore Lazio, il CSV e la Rete dei Numeri Pari a mettere in evidenza la pesante incapacità di spesa della precedente amministrazione nel settore delle politiche sociali, inadempienza che ha di fatto aggravato le condizioni delle persone maggiormente esposte a rischi di esclusione sociale e indebolito le reti di intervento. La rimodulazione dei fondi nel nostro previsionale è solo un primo passo, accompagnato naturalmente da un maggior impegno della Regione e dello Stato centrale».
Secondo Tempesta, quello della nuova giunta è «un segnale che inverte la tendenza. Successivamente ci faremo carico di scelte più incisive e di un tavolo di confronto. Oggi sono 31 i milioni di euro in più. Siamo certi che le preoccupazioni espresse troveranno ampio accoglimento nella sensibilità del Sindaco e dell’intero Consiglio comunale».
DA: https://www.retisolidali.it/