La ex foresteria di due piani con annesso spazio espositivo nel Parco della Caffarella, di proprietà della Regione Lazio e affidato al fondo Invimit, occupato da un gruppo di attivisti ambientali, è stato sgomberato.
L’avevano chiamato Berta come Berta Caceres, attivista ambientalista e femminista honduregna insignita di premi internazionali per essere riuscita a evitare la costruzione di una diga sul Río Gualcarque, considerato sacro dai Lenca, che avrebbe distrutto un importante serbatoio di biodiversità nel suo Paese e assassinata nel 2016 dopo anni di minacce.
L’immobile “Berta” era stato occupato il 6 marzo scorso da ragazze e ragazzi di diverse esperienze ambientali della città, dopo anni di abbandono in cui era stato vandalizzato. Gli stessi giovani che in decine hanno provato a resistere allo sgombero all’interno dell’immobile, contando sulla solidarietà di decine di altri attivisti e simpatizzanti che stanno arrivando a decine presso l’immobile, richiamati dal passaparola social.
Un gruppo di coordinamento delle realtà aveva iniziato, fin dall’ingresso nello stabile, una interlocuzione diretta sull’utilizzo dello spazio abbandonato con consigliere e consiglieri regionali, comunali e con la presidenza dell’VIII Municipio.
Gli attivisti fuori all’interno e stanno sollecitando in queste stesse ore per trovare una soluzione I movimenti romani hanno vissuto negli ultimi due anni un crescendo di attività sui temi ambientali – dalle iniziative formative, i blocchi stradali e la manifestazione organizzata in occasione della conclusione del G20 a Roma
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