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Match di pugilato dove le famiglie si riuniscono in assemblea…

(Dalla pagina della Palestra Popolare Quarticciolo)

Abbiamo scritto nei giorni passati che il 14 ottobre sarà il giorno dei nostri primi match alla Casa di Quartiere. Una giornata organizzata insieme al DLF di cui nei prossimi giorni vi daremo ogni dettaglio, una giornata che è un altro step nella costruzione di una comunità coesa nella nostra borgata.

Non vi capiterà spesso di vedere dei match di pugilato dove le famiglie del quartiere si riuniscono in assemblea, dove i ragazzi e le ragazze trovano qualcuno che gli da una mano con i compiti scolastici, dove nascono progetti come una microstamperia, una comunità energetica, un ambulatorio popolare, un laboratorio di birrificazione, dove gli anziani giocano a carte, gli inquilini ATER compilano censimenti e santorie, dove il quartiere si ritrova.
È la nostra idea di boxe: la palestra al centro di una borgata che vuole riscattarsi, sul ring e per strada.
La casa di quartiere è un posto splendido anche perché in tanti e in tante ci avete aiutato a realizzarlo. Era un campo da bocce abbandonato e pieno di amianto, ora è un posto salubre frequentato ogni giorno da centinaia di persone.
Con il programma Periferiacapitale della fondazione charlemagne abbiamo immaginato come realizzare uno spazio come questo, un polo civico al Quarticciolo, partendo dal radicamento e le reti sociali costruite in borgata. Abbiamo avuto il sostegno dell’Otto per Mille Valdese e la competenza delle LABSU del Dipartimento di Ingegneria Civile ed Ambientale dell’Università La Sapienza.
Crediamo che, se anche da fuori il Quarticciolo in tante e tanti hanno creduto in uno spazio come questo è perché il 14 ottobre i nostri primi match al chiuso, oltre a una giornata di sport, sono un segno tangibile che si può fare, che è possibile cambiare le nostre vite e la nostra città, che mettendosi insieme si può far sentire la nostra voce.
Nel piccolo è la prova concreta che in ogni quartiere possiamo scrivere una storia diversa dalla triste alternanza tra abbandono, impoverimento, rassegnazione e blitz muscolari, parate militari, operazioni a “alto impatto” mediatico.
È la prova che veramente “insieme tutto è possibile”
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