Solidarietà, coraggio, resistenza, cambiamento: sono le parole che hanno segnato la chiusura del 77/o Festival di Cannes con la vittoria a sorpresa della Palma d'oro al film indipendente Anora dell'americano Sean Baker.
Ricordiamo qui un film precedente di Sam Baker con al centro nella narrazione la "periferia" americana nel rapporto tra sogno ed illusione: The Florida Project (2018).
Alessandro Ronchi in una sua recensione sottolinea:
Un elemento paesaggistico ricorrente delle periferie est-europee sono gli enormi tristissimi casermoni squadrati in cemento di epoca sovietica “ripittati” con un maldestro tentativo a sgargianti patchwork arcobaleno che li fanno piuttosto somigliare a cadaveri imbellettati. Una simile impressione potrebbe cogliere i visitatori di Disney World a Orlando, Florida se facessero caso all’urbanistica affacciata sui viali di accesso al parco divertimenti. Lo sprawl di motel fatiscenti viola e turchese dai nomi distopici come The magic castle o The futureland, quartieri color pastello abbandonati e mall sovradimensionati, non luogo al quadrato perché satellite di un centro che è non luogo a sua volta, è l’ambiente dove si svolge The Florida Project, firmato Sean Baker.
Per tutto il film i quattro bambini vagano, corrono, esplorano e trasformano con il loro sguardo il non luogo in un luogo magico e il milieu degradato dove stanno crescendo in un campo di avventure possibili dove si può improvvisare un safari se ci sono mucche al pascolo. Il rovesciamento dello spazio, che dovrebbe essere claustrofobico, squallido e asfissiante, in un suo doppio magico è veicolato attraverso grandangoli e camere a mano e ad altezza bambino. Lo straniamento è amplificato da una combinazione di distorsione e pedinamento, oltre che dalle dominanti cromatiche acide date dal colore dei muri. Il rea
(recensione completa su https://www.domusweb.it/)