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CPR contro i diritti minimi della persona

A Buon Diritto informa: 
I CPR (Centri di permanenza per i rimpatri) sono luoghi dove si finisce non per aver commesso un reato ma per una irregolarità amministrativa. Puoi essere detenuto fino a 18 mesi e sono gestiti da privati. 
Al contrario delle carceri non ci sono regole certe che regolano la vita detentiva e non esiste un magistrato al quale rivolgersi quando ritieni che un tuo diritto fondamentale non sia rispettato.
La tutela delle persone con problematiche psichiatriche è del tutto assente e non esiste un piano contro i suicidi e i gesti autolesionistici.
9 associazioni, Associazione Studi Giuridici Immigrazione e Cittadinanzattiva APS, A Buon Diritto, ActionAid ItaliaArci nazionale, Be free, Coalizione Italiana Libertà e Diritti civiliPsichiatria Democratica e Spazi circolari insieme all'avvocato Gennaro Santoro hanno promosso un ricorso contro lo schema del capitolato di appalto dei CPR e chiedono al Tar Lazio di proporre questione di legittimità costituzionale. Anche Attiva Diritti sostiene questo giudizio e questa battaglia di civiltà.
Per sostenere le ragioni di incostituzionalità dei CPR le associazioni hanno anche depositato relazioni del Centro di ricerca Diritto penitenziario e Costituzione – European Penological Center dell’Università Roma tre e della clinica legale “Cesare Beccaria” dell’Università di Milano.
Il 15 ottobre il Tar Lazio deciderà se inviare gli atti del processo alla Corte costituzionale.
Insieme possiamo chiudere questi luoghi che non rispettano i diritti minimi della persona.

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