Su Comune-Info un interessante articolo di Sara Nunzi sul Polo CIvico. (02 Febbraio 2025)
Ciò che non nominiamo non esiste. Questa frase riassume la situazione di via Guglielmo Pepe, una strada che diventa piazza, ma che nella toponomastica di Roma non esiste. Eppure quel l’ampio slargo che si spalanca davanti al giardino dedicato al per sempre giovane Willy Monteiro Duarte, esiste, respira e pulsa, e ha tutte le caratteristiche per diventare il centro della vita comunitaria del Rione Esquilino, per forma, ubicazione ed espressione estetica.
Trasudano di storia passata i laterizi dell’Acquedotto, stillano parole di teatro i palazzi liberty dell’Ambra Jovinelli, gocciola di sferragliare del treno il cemento della stazione Termini, e filtrano voci di mercanti dalle serrande di alluminio del mercato.
Un piazza commerciale quindi, sì. Una piazza politica, anche. Una piazza di incontro e scontro, certo. Eppure ciò che nominiamo male, rimane incastrato tra le grate del pregiudizio. E sono proprio queste grate, metaforiche e reali, che stanno mettendo a dura prova uno spazio urbano che resiste, nella sua conformazione, pur non essendo nominato, chiamato e detto.
Citato invece sì, citato come esempio di degrado, di abbandono, di insicurezza, come spazio infuocato dalla rabbia dei residenti e dai fuochi improvvisati di chi abita le strade e cerca il tepore in una città in cui, la distanza siderale tra la politica e la gente crea inverni freddi, freddissimi.
Sabato 1 febbraio con il Polo Civico dell’Esquilino, nodo aggregativo multilivello che raccoglie oltre trenta associazioni che hanno sede nell’omonimo Rione e che, per ambiti e azioni diverse, operano sul territorio, piazza Pepe ha riconquistato la sua riconoscibilità pubblica. La mattina si è tenuta in piazza “Comunità è partecipazione” assemblea aperta a tutti organizzata da Poleis. Erano almeno duecento i partecipanti.
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https://comune-info.net/la-piazza-che-non-cera/