Il fotografo espone i suoi reportage al Museo di Trastevere: «Film quali “Favolacce” e “Come un gatto in tangenziale” raccontano bene le difficoltà del vivere lontano dalla “grande bellezza”»
A grandi linee è la Roma delle periferie, quella vissuta dalla maggior parte della gente che vive in questa città. È una Roma un po’ nascosta che l’iconografia classica non mostra, fuori dalla straordinaria Roma della grande bellezza.
Dalle sue foto emerge l’accumulo di costruzioni, di manufatti e cose, fino alle piante finte. È così?
Sì. Già da un punto di vista anche delle costruzioni architettoniche si è sviluppata una periferia senza un vero controllo dell’espansione del territorio per cui ognuno più o meno ha fatto quello che ha voluto. Per cui le cose si sono sfruttate costruendo insediamenti intensivi e palazzoni da 10-12 piani, oppure la periferia si è sviluppata in maniera autonoma per cui ognuno si è costruito una piccola casa, un recinto, ha chiuso un’area e così si è espansa. E si vede questo caos visivo.
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