Antropos Onlus Inaugura la rubrica “Antropos ci mette la faccia!”, in cui presenta chi lavora con loro.
Da https://www.antroposonlus.org/
Oggi conosciamo meglio Chiara.
Mi chiamo Chiara, ho 49 anni , sono laureata in Psicologia dello sviluppo e dell’educazione.
Ho un figlio di 12 anni e condivido la sua passione per i cavalli.
Amo viaggiare e spero di poter tornare a farlo al più presto.
Ciao Chiara, qual è il tuo rapporto con Antropos?
Conosco Antropos da circa 20 anni. Inizialmente, fino al 2010, collaboravo sporadicamente, poi sono stata assunta a tempo indeterminato, fino a diventare socia e membro del Consiglio d’Amministrazione.
Di che cosa ti occupi nello specifico?
Ho iniziato lavorando come operatrice del SISMIF, un intervento domiciliare rivolto ai nuclei familiari con minori in difficoltà, nel V municipio di Roma. È un servizio svolto da un operatore specializzato che punta a favorire la permanenza del minore nel suo ambiente di origine: si lavora cercando di migliorare le condizioni di vita dell’intero nucleo familiare. Da qualche anno sono diventata coordinatrice del servizio SISMIF di Antropos, mantenendo comunque anche il ruolo di operatrice.
Quanti minori vengono seguiti?
Siamo partiti con 4 bambini e oggi ne seguiamo più di 20, con i relativi nuclei familiari. Abbiamo raggiunto nel corso degli anni sempre maggiore credibilità che ci ha permesso di consolidare il servizio e le relazioni di fiducia con i servizi sociali territoriali e con i nuclei familiari più fragili.
Cosa ti piace del tuo lavoro?
Il rapporto con i colleghi, sicuramente. C’è estrema collaborazione, anche se non mancano confronti accesi che però, se costruttivi, sono molto importanti ed efficaci per la crescita personale e della cooperativa.
Il cuore pulsante di Antropos è la passione per l’educazione. Cosa significa per te?
Non è facile definire cosa sia per me l’educazione. La definirei “indicare una strada e percorrerla insieme”.
Vuoi dare un consiglio a chi si occupa di educazione?
Mi sento di esortare educatori e professori a vedere sempre il bicchiere mezzo pieno. I piccoli passi anche piccolissimi che si fanno e che si ottengono, darsi obiettivi minimi e non utopistici.
Dare sempre valore a chi si ha di fronte e potenziare quelle capacità che caratterizzano e distinguono ognuno di noi.