A 30 km dal Colosseo c'è una città nella città (eterna), maltrattata da mala gestione, criminalità e spettacolarizzazione. Un racconto di strada di questa terra di luci e ombre, che solo la cultura, il teatro e i live fino all'alba in spiaggia possono tornare a far splendere come merita
Ostia, X municipio di Roma. Ufficialmente circa 80.000 abitanti (231.220 se si considerano le altre frazioni di Palocco, Acilia, Ostia Antica ecc) è una città a tutti gli effetti. Sul mare, a circa 30 km dal Colosseo, se divenisse comune a sé sarebbe tra i più popolosi d’Italia.
Eppure, negli ultimi anni l’immagine di Ostia (per chi guarda troppa televisione) è stata spesso maltrattata, di certo semplificata. Questo in seguito a vari eventi: il commissariamento del municipio per infiltrazioni mafiose nel 2015, il successo di Suburra, la testata di Roberto Spada sul volto del giornalista Daniele Piervincenzi nel 2019 e l'ascesa dei clan locali, potenti e folkloristici.
"Come mondo della cultura noi lavoriamo per rigenerare la reputazione di Ostia, perché crediamo sia un territorio meraviglioso. Con tanta bellezza paesaggistica, naturalistica, archeologica", afferma dal Teatro del Lido Filippo Lange, uno dei tanti operatori culturali attivi in questo luogo pieno di storie da raccontare, seppur alcune nella realtà più cruda e rassegnata.
Come quella di Vittorio e Cesare di Non essere cattivo di Caligari. E quella dei protagonisti di Amore tossico, gruppo di giovani tossicodipendenti romani che spendevano la loro drammatica routine tra Centocelle e la spiaggia del litorale. Tra gli attori scelti da Caligari (ragazzi di vita realmente eroinomani o con un passato di tossicodipendenza), nel film Ostiense per eccellenza aveva recitato Faliero Ballarin, padre di Inoki.
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