L’iniziativa “Correre è bene. Facciamolo insieme” è stata uno degli appuntamenti più sentiti della tre giorni della rassegna Insieme per il Bene comune–Good deeds day. La corsa amatoriale promossa dal Csv Lazio in collaborazione con la Fun Race, collegata alla Run Rome The Marathon, ha visto come protagonisti i volontari dell’Avo Roma e gli ospiti della comunità Terapeutica Castel di Guido e di Via Montesanto, e il Centro di salute mentale di via Innocenzo IV e di via Boccea.
Causa covid, quest’anno la corsa amatoriale che di solito si svolgeva all’interno del Circo Massimo, si è spostata all’interno dei diversi parchi e aree verdi della Capitale, individuati grazie anche all’aiuto delle associazioni; e il Parco di Santa Maria della Pietà è stato uno di quelli scelti per correre la Fun Race. «Un luogo storico, questo», ha rimarcato Paola Capoleva, presidente di Csv Lazio, «che rappresenta il lavoro dei volontari fatto nei territori, come ad esempio l’abbattimento dei pregiudizi nella salute mentale».
Il Santa Maria della Pietà è infatti un ex ospedale psichiatrico, oggi sede di alcuni ambulatori dell’Asl Roma 1 e del Municipio XIV, dotato di un ampio parco che negli ultimi anni sta lentamente tornando alla cittadinanza, grazie all’attivismo delle associazioni. Per questo, il parco incarna perfettamente lo spirito del Good Deeds Day (che si svolge dal 2007 ogni anno in 80 i paesi che aderiscono alla manifestazione internazionale promossa dall’Arison Foundation), che ha come scopo quello di diffondere la solidarietà attraverso la pratica delle buone azioni. «Solo nel Lazio ci sono circa 700.000 volontari, il che significa che il 14% della popolazione è impegnato nel sociale», conclude la Capoleva. «E attraverso questa manifestazione si dimostra che il volontariato fa bene alla città e ai cittadini tutti, ed è un valore aggiunto per la coesione sociale.»
Correre insieme contro lo stigma
Gli ospiti delle comunità coinvolte hanno partecipato con entusiasmo alla maratona contro lo stigma. Secondo Maria Rosaria Barbera e Alessandra Mancuso, psichiatre dell’asl Roma 1, «iniziative di questo genere dovrebbero essere ripetute più spesso durante l’anno, perché sono una grande opportunità di inclusione e socializzazione, ma anche occasione di stare insieme, in maniera genuina e autentica per i nostri utenti. Quest’anno siamo riusciti a coinvolgerne un bel gruppetto», sostiene Mancuso, «che hanno gradito questa bella mattinata insieme e ci auguriamo di avere ancora più partecipanti la prossima volta».
Tra le associazioni che hanno aderito alla corsa solidale era presente anche l’Avo Roma. Piepaola Parrella, volontaria Avo da 27 anni, ha dichiarato di aver trascorso una delle più belle giornate in assoluto, da quando è impegnata nel sociale. «Ho avuto la soddisfazione di vedere i pazienti liberi di girare all’interno del Santa Maria della Pietà, vecchio ospedale manicomiale. Oggi loro potevano uscire e hanno detto che stare insieme contro lo stigma della malattia mentale serve, e che la società poteva essere meno matrigna riguardo questa malattia che viene considerata di serie b». Anche per Antonella Elia, volontaria Avo da 5 anni, l’inclusione è necessaria in una società «egoistica come la nostra, che tende a escludere il diverso, facendo così perdere valore aggiunto a tutti, diventando più misera e infelice».
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