Liberare l’immobile entro il 31 dicembre. Fra poco poco più di un mese Scup, Sportculturalepopolare, rischia di subire il terzo sgombero della sua storia e di vedere così cancellati 10 anni di lavoro politico, sociale e culturale in un territorio, quello del quartiere Tuscolano, a Roma, strutturalmente carente di servizi e spazi di aggregazione.
da https://comune-info.net/e-arrivato-lo-sfratto/
Il comodato d’uso firmato con Rete Ferroviaria Italiana, azienda pubblica in forma di società per azioni, in origine avrebbe previsto ancora altri due anni. È stato accorciato in tutta fretta per poter vendere lo stabile al nuovo proprietario dell’area, il raggruppamento temporaneo guidato dalla societá Fresia SpA, vincitore del bando Reinventing con il progetto “Campo Urbano”. È arrivato il momento che la politica riconosca una volta per tutte la ricchezza di queste esperienze e le tuteli dalle speculazioni e dagli attacchi del capitale privato che stanno mangiando viva questa città
Ecco la prima conseguenza del progetto di “riqualificazione” REINVENTING CITIES che insiste sull’area di Stazione Tuscolana: RFI, ancora e per poco proprietaria dell’immobile dove ha sede il progetto di Scup, con una lettera intima di LIBERARE L’IMMOBILE ENTRO IL 31 DICEMBRE 2021.
Questo perché il comodato d’uso firmato da Scup, che in origine avrebbe previsto ancora altri due anni, è stato accorciato in tutta fretta per poter vendere lo stabile al nuovo proprietario dell’area, il raggruppamento temporaneo guidato dalla societá Fresia SpA, vincitore del bando Reinventing con il progetto “Campo Urbano”.
Scup rischia di subire il TERZO SGOMBERO della sua storia e di vedere cancellati 10 anni di lavoro politico, sociale e culturale in un territorio strutturalmente carente di servizi e spazi di aggregazione.
Un lavoro instancabile che non si è fermato nemmeno nei mesi della pandemia, vedendo Scup promotore di reti solidali e di mutuo aiuto che hanno permesso al tessuto sociale di resistere e rigenerarsi: dalla distribuzione dei pacchi alimentari alle attività della ciclofficina, dal gas di Punto Comune alle attività culturali e sportive, dai Laboratori di progettazione partecipata con le associazioni del territorio al Forum di controllo e vigilanza sul destino dell’area, dall’ospitalità offerta alle compagnie di danza e teatrali nel momento più buio per il mondo della cultura in Italia fino alle riunioni di percorsi e associazioni di ogni tipo, realtà importanti come Libera e Anpi e alle assemblee dei condomini della zona, che hanno trovato casa negli ampi spazi offerti di Scup.
A fronte di una tale ricchezza collettiva l’ennesimo attacco a Scup è UN FATTO .
INACCETTABILE E INTOLLERABILE, che al danno aggiunge la beffa di essere fatto in nome della riqualificazione e della rigenerazione.
Ma la vera rigenerazione urbana e sociale sono proprio le realtà sociali che come Scup, Esc, Communia e tanti altri spazi ora a rischio hanno impedito in questi anni che Roma si trasformasse in un deserto, producendo innovazione culturale e welfare dal basso.
È arrivato il momento che la politica riconosca una volta per tutte la ricchezza di queste esperienze e le tuteli dalle speculazioni e dagli attacchi del capitale privato che stanno mangiando viva questa città. Bisogna ribadire con forza che Scup è un patrimonio collettivo che non può essere buttato via.