“Per progettare una Roma che sia davvero uno spazio da abitare per tutti, bisogna partire dai bisogni delle donne”: Maura Cossutta, presidente della Casa Internazionale delle Donne, lunedì al FAR, Festival dell’Architettura di Roma alla tavola rotonda sui temi dell’inclusione e dell’abitare fragile, rilancia l’appello già raccolto dal sindaco della Capitale Roberto Gualtieri in ottobre e lo allarga all’assessore Tobia Zevi e all’Ordine degli Architetti di Roma.
“In città mancava da tempo un vero dibattito pubblico sulla progettazione urbanistica, come visione politica”, spiega Cossutta intervenuta insieme a diversi rappresentanti della scena sociale romana. “Quando si parla di costruire una città femminista, significa includere e progettare un luogo intersezionale che sia aperto a tutta la comunità, partendo dai più fragili, e non avere un approccio settoriale”. Perché dove passa “un passeggino, passa una carrozzella; dove ci si sente al sicuro, c’è libertà”.
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