Prima di tutto i numeri: 92 proiezioni dal 2 giugno a ieri sera, 39 ospiti tra italiani e internazionali e più di centomila presenze. La nona edizione di Il Cinema in Piazza, organizzata dalla Fondazione Piccola America, è stata, dicono loro, «da record».
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Una parte del programma è quella di sempre, con retrospettive gratuite tra centro e periferia, in posti come piazza San Cosimato, il parco della Cervelletta e il parco di Monte Ciocci, per portare il cinema anche dove, sostengono, non c’era. In più, anche degli eventi a pagamento al Cinema Troisi, una sala che hanno preso in gestione e che è aperta 24 ore al giorno, tutti i giorni.
«L’accordo che abbiamo stretto con la casa di produzione e distribuzione A24 ci ha permesso di portare in Italia film che altrimenti non sarebbero stati distribuiti», spiega Valerio Carocci, presidente della fondazione. «Abbiamo avuto un’offerta originale, al Troisi. È stato un po’ come diventare adulti».
Nonostante però si siano trasformati da vascello corsaro a ente strutturato, che ha a che fare con pesi massimi della politica e del cinema, Carocci assicura che lo spirito è rimasto quello «eretico, non antagonista» di sempre, insieme ai modi artigianali. Sul futuro sono gelosi («La prossima sarà la decima edizione, non avremmo mai pensato di arrivarci»), ma il passato è di rivendicazione. «Abbiamo combattuto», dice, «una grande battaglia insieme a tante altre realtà d’Italia per portare il cinema in piazza. Se oggi le proiezioni all’aperto sono tornate al centro dell’estate romana, è anche un po’ merito nostro».
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