È possibile tenere aperta la scuola durante l’estate? È possibile non limitarsi ad aprirla al territorio ma al mondo? È possibile che un gruppo di persone comuni trovi il modo e il tempo per restituire al quartiere un archivio storico, un orto didattico e una “palestra di cittadinanza”? Quelli dell’associazione ANITA di Roma non hanno dubbi: “Dodici giovani provenienti da Spagna, Francia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania e Italia hanno dedicato parte delle loro vacanze al volontariato, venendo ad aiutarci a riqualificare gli spazi dell’orto e dei seminterrati della scuola Garibaldi…
di Valentina Pescetti da https://comune-info.net
L’associazione ANITA (Associazione Nuove Idee per un Territorio Aperto alla scuola Garibaldi) è composta da famiglie e persone del territorio – il quartiere Appio Latino di Roma – e ha scelto di camminare sui sentieri delle “Scuole aperte e partecipate”. Alle sue spalle ha migliaia di ore di volontariato che dal 2013 cercano in molti modi diversi di riempire di senso l’idea di scuola pubblica quale bene comune. Durante l’estate, ANITA non si è aperta solo al territorio ma al mondo intero: grazie anche al parere favorevole della dirigente scolastica e del consiglio di istituto della scuola Garibaldi, ha potuto godere, per due settimane a luglio, del supporto di dodici giovani provenienti da Spagna, Francia, Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania e Italia che hanno dedicato parte delle loro vacanze al volontariato, venendo ad aiutarci a riqualificare gli spazi dell’orto didattico e dei seminterrati della scuola, contribuendo al sogno che stiamo facendo, da anni, a occhi aperti.
Qual è il sogno che merita quest’impegno? È quello delle “Scuole Aperte”, un sogno appunto e non un semplice progetto. Qualcosa di molto di più di un insieme di obiettivi. La strada che facciamo per raggiungerli infatti è, parimenti, molto importante. Ed è una strada bellissima. Sterrata, a volte in salita, a volte sotto il sole cocente. A volte qualcuno corre avanti e avvista panorami mozzafiato, ma anche pericoli o possibili biforcazioni. Chi corre avanti sa che poi deve sedersi ad aspettare gli altri, oppure tornare indietro. Chi resta indietro, del resto, può apprezzare le stelle alpine o i gigli che si nascondono a uno sguardo veloce, e suggerire di accamparsi per un tempo, per alimentare la comunità.
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Tra gli obiettivi ai quali stiamo lavorando ora – obiettivi intrecciati al percorso per raggiungerli – c’è quello di realizzare una “Palestra di cittadinanza”, ovvero uno spazio di incontro e crescita, una palestra per il corpo, per la fantasia e per promuovere la cittadinanza attiva e la solidarietà. Questo spazio, a sua volta, è complementare ad altri tre spazi che l’associazione si sta impegnando a riqualificare, naturalmente per restituirli alla scuola e al territorio: un archivio storico, un orto didattico (con bibliorto e ricovero per attrezzi) e la “Casa dei mille”, l’ex appartamento del custode, ora spazio multifunzionale (dai laboratori d’arte a quelli di trasformazione dei cibi, dalla possibile foresteria per volontari a ufficio e spazio per riunioni…).
Il campo di volontariato organizzato con l’associazione Lunaria ha contribuito non poco a questo sogno, realizzando, con il supporto e la guida di un capomastro – che fino a qualche anno fa insegnava opere idrauliche ed edili presso un centro di formazione professionale – diverse cose: una compostiera per l’orto e la cura dello stesso orto; due murales per coprire il cemento vivo di un muro perimetrale e dei lavori realizzati alle finestre del bibliorto (per riparare i danni fatti da ladri e vandali), pitturando anche la porta di accesso al bibliorto. E ancora, il gruppo di motivati volontari ha contribuito alla digitalizzazione di dodici registri dell’archivio storico della scuola (che, una volta caricati sul sito dell’istituto comprensivo, potranno essere fruibili per ricerche da parte di bambini/e e adulti interessati al periodo della seconda guerra mondiale); alla riqualificazione di un locale per servizi igienici (prima inagibile e pericoloso) trasformandolo in due toilettes, di cui una accessibile a persone con disabilità motoria, completa di doccia; alla riqualificazione, infine, di almeno duecento metri quadrati di muri dei corridoi e di una sala dei seminterrati (dove è stata aggiunta anche con una regolare porta antincendio), e ridipingendo gli stessi per prepararli a successivi murales dedicati al tema delle migrazioni, fil rouge sottostante al progetto di “Palestra di cittadinanza”.
Un’esperienza straordinaria* come dimostra anche questo racconto fotografico.