"Se prendessimo solo il tratto di 56 km di scorrimento da Castel Giubileo alle foci (naturale di Ostia e artificiale di Fiumicino), il Tevere sarebbe il fiume più pulito del mondo, per l'attività di depurazione fatta in 15 anni da Acea”. Queste le parole del segretario generale dell'Autorità di bacino distrettuale dell'Appennino centrale Erasmo D'Angelis durante un convegno tenuto lo scorso 27 gennaio.In realtà secondo i dati di Arpa Lazio in molti tratti il fine presenta criticità.
Si pensi che tra il 2018 e il 2020 per tre stazioni monitorate si è registrato uno stato ecologico scarso (il peggiore) e per una sola stazione la condizione è risultata sufficiente. Lo stesso per l'aspetto chimico: due punti su quattro sono stati definiti in condizioni "non buone". Intanto Acea, l’ente gestore dell’acqua della Capitale a causa della scarsità idrica ha proposto di realizzare dei potabilizzatori per rendere l’acqua del Tevere potabile, invece che concentrarsi sul potenziamento dell'acquedotto che ad oggi perde circa il 42 percento di acqua prima di arrivare a Roma.
Con la scarsità di dati relativi agli agenti che inquinano il fiume della Capitale, è davvero sicuro potabilizzare l’acqua? Cosa sappiamo sul fiume?Con il progetto RomaUP dal febbraio scorso A Sud insieme al CRAP (Coordinamento Romano Acqua Pubblica) monitora mensilmente lo stato del fiume al fine di verificare la qualità delle acque e i parametri chimici e fisici e l’eventuale presenza di specifici pesticidi. Vogliamo conoscere il Tevere, vogliamo vederci chiaro e vederlo chiaro.
Da : FB/ASudOnlus/