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La piazza che non c’era…adesso c’è

Comunità è partecipazione. Oltre un milione di euro per il Rione Esquilino, un primo passo importante del primo Municipio e del Comune per dare risposte al Polo civico Esquilino
Il Primo Municipio, insieme al Comune di Roma, investe sulla riqualifica del rione: i primi 300.000 euro stanziati per Piazza Pepe, e 718.000 per la strada pedonale di via Bixio, battaglia storica dell'Associazione genitori Di Donato.
🖍️La progettazione partecipata coordinata dal Polo civico Esquilino risulta vincente.
Questa la notizia appresa durante “Comunità è partecipazione”, cornice tematica intorno alla quale è stata costruita l’assemblea aperta del Polo Civico Esquilino.
"Io non mollo, vinceremo la sfida di mettere insieme idee nuove”questa la presa di posizione di Lorenza Bonaccorsi presidente del Municipio Roma I Centro, intervenuta all’assemblea del Polo.
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Su Comune-Info un interessante articolo di Sara Nunzi sul Polo CIvico. (02 Febbraio 2025)

Sabato 1 febbraio, il Polo Civico dell’Esquilino, che raccoglie trenta associazioni del noto rione romano, ha promosso un’assemblea partecipata e creativa in piazza Pepe: è stato molto di più di un confronto per la riqualificazione dell’area, che mette insieme tante persone con storie, esigenze, disagi e desideri diversi. La piazza, secondo il Polo, dove ricominciare a immaginare un altro modo di vivere la città. Accade dunque che le persone costruiscono spazi di incontro per necessità ma poco a poco imparano, con molta tenacia, a muoversi insieme in un tempo di crescente delirio securitario. Ah, naturalmente qualche personaggio del teatrino politico-mediatico il giorno dopo ha preferito ignorare la ricchezza espressa dall’assemblea e il percorso costruito in questi mesi. Ce ne faremo una ragione, dicono all’Esquilino
Foto di Sara Moutawalik

Ciò che non nominiamo non esiste. Questa frase riassume la situazione di via Guglielmo Pepe, una strada che diventa piazza, ma che nella toponomastica di Roma non esiste. Eppure quel l’ampio slargo che si spalanca davanti al giardino dedicato al per sempre giovane Willy Monteiro Duarte, esiste, respira e pulsa, e ha tutte le caratteristiche per diventare il centro della vita comunitaria del Rione Esquilino, per forma, ubicazione ed espressione estetica.

Trasudano di storia passata i laterizi dell’Acquedotto, stillano parole di teatro i palazzi liberty dell’Ambra Jovinelli, gocciola di sferragliare del treno il cemento della stazione Termini, e filtrano voci di mercanti dalle serrande di alluminio del mercato.

Un piazza commerciale quindi, sì. Una piazza politica, anche. Una piazza di incontro e scontro, certo. Eppure ciò che nominiamo male, rimane incastrato tra le grate del pregiudizio. E sono proprio queste grate, metaforiche e reali, che stanno mettendo a dura prova uno spazio urbano che resiste, nella sua conformazione, pur non essendo nominato, chiamato e detto.

Citato invece sì, citato come esempio di degrado, di abbandono, di insicurezza, come spazio infuocato dalla rabbia dei residenti e dai fuochi improvvisati di chi abita le strade e cerca il tepore in una città in cui, la distanza siderale tra la politica e la gente crea inverni freddi, freddissimi. 

Sabato 1 febbraio con il Polo Civico dell’Esquilino, nodo aggregativo multilivello che raccoglie oltre trenta associazioni che hanno sede nell’omonimo Rione e che, per ambiti e azioni diverse, operano sul territorio, piazza Pepe ha riconquistato la sua riconoscibilità pubblica. La mattina si è tenuta in piazza “Comunità è partecipazione” assemblea aperta a tutti organizzata da Poleis. Erano almeno duecento i partecipanti.

Articolo completo su:
https://comune-info.net/la-piazza-che-non-cera/

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