Nell’emergenza sociale innescata dalla pandemia il tema casa è emerso in maniera ancora più pervasiva e grave, toccando fasce ampie di opolazione, di famiglie, di bambini: lo rende noto la Caritas diocesana di Roma nella quarta edizione del Rapporto “Povertà a Roma: un punto di vista” presentato oggi. I centri di ascolto della Caritas capitolina rilevano quanto seria sia la questione della mancanza totale di un alloggio nel 18,4% dei casi. Ma non solo: nel 9,8% dei casi le persone assistite vivono in insediamenti abusivi nei pressi delle parrocchie (baraccopoli, stabili occupati, roulotte o campi rom) mentre il 37,9% dei casi sono persone con problematiche alloggiative legate agli sfratti o all’ospitalità temporanea presso amici o familiari. Questi dati riportano in evidenza la questione annosa dell’abitare a Roma, con tutto il suo groviglio di normative contraddittorie, di distrazione istituzionale, di mancanza di progettualità che hanno caratterizzato l’abitare a Roma negli ultimi decenni. Una situazione esplosiva, con il suo corredo di sgomberi forzosi, di sfratti, di guerre tra poveri, di perversa stimolazione di forme più o meno eclatanti di razzismo che invece di trovare composizione e possibilità di evoluzione vanno incancrenendosi sempre più.
Nel testo si sviscerano diversi problemi legati alla questione abitativa. Il Covid19 e le misure pubbliche sull’Abitare, lo stato dell’arte dell’attuale fallimento del Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione erogato da Roma Capitale
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