Venerdì ha riaperto il cinema Apollo Undici ...tutto esaurito!
Roma ha bisogno di sale indipendenti per sognare. Periferiacapitale ha sostenuto la sala convinta che sia necessario stare al fianco di chi fa un cinema di riflessione, attuale e universale.
Anche il Corriere della sera ha dedicato un articolo alla riapertura:
Una fila lunghissima: non per acquistare l’ultimo orologio alla moda o una felpa griffata, ma per assistere alla proiezione in un cinema d’essai. È accaduto venerdì sera alla riapertura dell’Apollo 11, sala dell’Esquilino, in via Bixio 80/a, dalla programmazione indipendente. Gli aspiranti spettatori rimasti fuori hanno superato il numero dei fortunati accolti dentro la sala, così si è deciso di replicare «La macchina delle immagini di Alfredo C.» di Roland Sejko, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà, domenica 10 aprile alle 18.30. Con Pietro De Silva, una storia capace di affascinare: nell’aprile 1939 l’Italia fascista occupa l’Albania. Migliaia di operai, coloni e tecnici italiani vengono trasferiti nel Paese. A novembre 1944, l’Albania è liberata. Nel 1945, vi si trovano 27.000 italiani tra reduci e civili. Tra di loro anche un operatore cinematografico. Alfredo C., al quale, dopo aver immortalato la grande macchina del regime, viene chiesto di lavorare per la propaganda comunista. L’affluenza è interpretata come una benedizione dagli organizzatori della programmazione nella sala sotterranea dalla storia travagliata: «Siamo nati nel 2001, con l’obiettivo di salvare lo storico cinema Apollo dalla trasformazione in sala Bingo. È da lì che ci siamo dati questo nome. Dispiace che l’immobile, dopo tanti anni, non sia mai stato restituito alla città. Inutilizzato, nonostante fossimo riusciti a convincere il Comune di Roma ad acquistarlo. Noi avremmo saputo come farlo vivere con le nostre attività di cinema, musica, scrittura, laboratori e tutto il resto di quello che abbiamo poi fatto (in questa ingenua attesa che dura da più di 20 anni) nell’attuale sede più piccola che abbiamo allestito, ristrutturando e rigenerando il seminterrato abbandonato dell’Itis Galilei. L’anno scorso volevamo festeggiarli, i nostri 20 anni di attività, ma l’epidemia ci ha fermato».