Le borgate ufficiali di Roma sono insediamenti di edilizia popolare realizzati dal 1930 al 1937 nell'Agro romano, lontani dal centro abitato e al di fuori del Piano regolatore. Rispetto alle borgate abusive (case solitamente auto-costruite dagli abitanti su terreni privati) e ai "borghetti" (agglomerati spontanei di baracche in periferia, spesso lungo gli acquedotti antichi), quelle ufficiali furono espressamente pianificate dal Governatorato di Roma e dall'allora Istituto Fascista Autonomo Case Popolari (IFACP), in linea con il programma del regime fascista di decentrare la popolazione in aree rurali e allontanare dai centri urbani le fonti di possibili tensioni politico-economiche. Lo scopo iniziale fu quello di rispondere alla crisi degli alloggi, per dare una sistemazione sia ai romani che vivevano nei nuclei di baracche formatisi in varie parti della città, sia agli immigrati che dalle regioni limitrofe venivano a cercare lavoro nella Capitale; successivamente le borgate furono utilizzate anche per trasferirvi i residenti delle zone del centro storico oggetto di demolizioni e trasformazioni urbanistiche.