Un immenso patrimonio di saperi e pratiche politiche negli anni ha studiato e analizzato il potenziale e la portata trasformatrice delle città femministe e transfemministe.
Urbanistɜ, attivistɜ, architettɜ, artistɜ e molti altri profili hanno decodificato cause e conseguenze di come la costruzione della città cristallizzi e alimenti discriminazioni, vecchie e nuove forme di colonialità, disparità, accaparramento ecosistemico ed esclusioni attraverso la programmazione e la gestione
delle politiche pubbliche urbane.
Come Lucha y Siesta e sue alleatɜ sappiamo che non partiamo da zero.
Per questo lanciamo, il prossimo 4 e 5 ottobre, due giorni di confronto, pratiche e intelligenza collettiva, consapevoli che ci inseriamo nel solco di chi, interloquendo con università e amministrazioni locali, ha già provato a tracciare delle ipotesi di trasformazione urbana, e quindi sociale e politica.
Di chi, dal basso, ha iniziato a sperimentare altri paradigmi di tessuti urbani, materiali e immateriali, politicizzandoli a partire da un posizionamento femminista e transfemminista.
Desideriamo immaginare un altro modo di stare in città che permetta comunità vive, libere dalla violenza e dal ricatto dell’esclusione e autodeterminate.
Ci concentreremo su Roma, città complessa che vede la presenza di poteri importanti, a volte contrapposti altre nascosti, che spesso tengono sotto scacco la politica istituzionale.
Una città che sta per affrontare l’ennesimo grande evento, il Giubileo, ulteriore occasione per assecondare processi speculativi per pochi e accelerare quelli di espulsione e impoverimento per moltɜ.
Una città in cui l’emergenza abitativa è storicamente radicata nonostante l’esagerato e sregolato eccesso di consumo di suolo (che produce temperature insostenibili e catastrofi ambientali tutto l’anno), rendendo ancora più invivibili i nostri quartieri.
Una città-parco giochi per il turismo di massa e del consumo, per chi la attraversa ignorandone storia, dinamiche sociali, desideri e spinte verso un altro mondo possibile.
Una città in cui i processi di gentrificazione creano sradicamento, sfruttamento e frammentazione sociale.
Una città in cui la prossimità dei servizi è per tantɜ un sogno reso proibitivo dall’inaccessibilità e impraticabilità delle strade, dall’ingiusta distribuzione dei servizi e da un sistema dei trasporti inaffidabile, che contribuisce alla segregazione delle già isolate e impoverite periferie.
Una città abilista e neurotipica, faticosa e inaccessibile per le nostre diversità, che non tiene conto della pluralità di corpi ed esperienze che la attraversano.
Una città in cui spazio pubblico e sistema del verde vengono costantemente erosi, privatizzati a favore delle attività di commercianti e costruttori o lasciati all’incuria e all’abbandono. Una città in cui strade e piazze sfoggiano simboli patriarcali e coloniali e vengono raccontate come minacce certe per i nostri corpi invece che come spazi di vita sociale e politica.
Vogliamo invitarvi a leggere Roma attraverso uno sguardo situato, quello di chi contrasta la violenza patriarcale e di genere, di chi costruisce pezzi di un puzzle di cui ogni giorno viene stravolto l’incastro. È tempo che l’incastro venga immaginato da chi rende vivo il tassello, sovvertendo il disegno imposto e i netti confini di ogni elemento.
La tormenta è arrivata, come ci indicano les compañeres del Chiapas, del Kurdistan e della Palestina.
Ci sarà da ricostruire, superando gli stessi errori che la storia ci ha mostrato.
La due giorni, strutturata con una tavola rotonda e tre laboratorie, è aperta a tutta la società civile, alle realtà che già tentano di costruire una città di tuttɜ e al confronto con le istituzioni locali. Nello specifico, intendiamo:
- immaginare città libere dalla violenza di genere, privilegiando una lente intersezionale e il posizionamento femminista e transfemminista;
- aprire uno spazio di confronto fra diversɜ voci, profili, esperienze legate all’urbanistica femminista e transfemminista con l’obiettivo di definire una serie di rivendicazioni propositive che definiscano un’agenda di azione concreta sulla città di Roma;
- fare il punto sulle sfide attuali, sui bisogni e i desideri dei territori e su chi li ostacola;
- tessere intrecci tra le istanze e le lotte che attraversano le esperienze collettive che quotidianamente ri-significano lo spazio urbano, consolidando e creando costellazioni, alleanze e reti di trasformazione radicale;
- mappare e scambiare pratiche di mutualismo, saperi, studi e percorsi istituzionali virtuosi;
- tornare a mettere l’accento sull’esperienza di Lucha y Siesta, sulle responsabilità del Comune di Roma, e sul fatto che Lucha y Siesta è in Via Lucio Sestio 10. Non altrove.
Per informazioni ufficio.stampa@luchaysiesta.org