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Nasce nel III municipio la “biblioteca del cinema”

Una biblioteca del cinema è nata nel III Municipio di Roma, a Piazza Sempione. È il lascito di Francesco Troiano, critico cinematografico de L’Espresso. Può diventare un luogo di partecipazione e formazione per i cittadini del territorio. Perché contrastare le povertà educative deve essere una delle priorità della politica Una Biblioteca del Cinema è appena nata nel cuore del III Municipio, a Piazza Sempione, nel quartiere di Città Giardino. È il lascito di Francesco Troiano, critico cinematografico de L’Espresso, scomparso nel 2017. È stato il padre di Troiano a donare quello che è un vero e proprio tesoro, una collezione ricchissima di dvd e libri. La biblioteca, che diventerà un punto di riferimento culturale per il quartiere e il Municipio, è stata di recente inaugurata dal Presidente del Municipio Giovanni Caudo e dall’Assessore alla Cultura Christian Raimo. “Francesco Troiano è morto di infarto nel 2017” ci racconta l’assessore. “E non aveva una famiglia, non aveva figli. Il padre si è trovato a voler in qualche dare conto di questa eredità culturale, e ci ha invitato a casa. Quella casa era il sogno di qualunque persona che vuole conoscere la storia del cinema e della cultura contemporanea”. “Dall’altra parte abbiamo pensato come questa cosa potesse essere valorizzata” continua Raimo. “C’era un fondo di valore e abbiamo pensato subito di aprire un luogo di studio e una biblioteca”.  Parliamo di una selezione ricchissima a livello culturale. “Come la collezione di dvd di Raro Video, immensa, dedicata al cinema d’autore” ci racconta Raimo. “È chiaro che è un patrimonio importante perché non è a disposizione delle piattaforme, è molto difficile da trovare. Pensiamo che oggi con le piattaforme abbiamo a disposizione il mondo, ma non è così. C’è una grande qualità della selezione anche per quanto riguarda l’arte libraria. C’è anche un fondo di letteratura contemporanea. Scegliere quelli che sono dei testi chiave della letteratura contemporanea straniera vuol dire dare a chi entra in quella biblioteca un accesso, uno sguardo profondo sul mondo”. Un posto aperto alla cittadinanza I locali di Piazza Sempione saranno aperti al pubblico e accessibili dal piano terra. Proprio come ai tempi in cui fu costruito l’edificio, dove era presente un mercato. È un invito ai cittadini del territorio ad entrare e a vivere questi spazi. “L’idea che da subito ho condiviso con la giunta è che il palazzo di Piazza Sempione non fosse soltanto un luogo di amministrazione, ma fosse un posto aperto il più possibile alla cittadinanza” ci racconta Christian Raimo. “Noi abbiamo fatto molti incontri nella sala consiliare, incontri di storia, di politica, di formazione, di dibattito”. A causa dell’attuale situazione sanitaria ora l’acceso è limitato e solo su appuntamento. Ma è chiaro che è uno spazio che nasce per essere vissuto dalla collettività. “Alcuni spazi sono stati ristrutturati di recente, c’erano degli archivi del municipio” ci spiega Christian Raimo. “La mia idea era di fare, al pian terreno, una biblioteca, un urban center, ci sono altri consiglieri che vorrebbero realizzare un’aula studio, c’è un centro antiviolenze”. La nuova biblioteca intitolata a Francesco Troiano è davvero uno spazio multifunzionale, una mediateca. “In questo spazio con i dvd c’è anche uno schermo e un paio di piccoli divanetti, e in questo modo diventa una piccolissima sala proiezione” ci illustra Raimo. “Immagino che le persone anziane, che la mattina vanno a fare la spesa, possano incontrarsi qui invece che al bar, andandosi a vedere un film insieme. O i bambini, in un giorno di pioggia, possano passare qui il pomeriggio, invece che a casa di qualcuno, a vedere un film. Due adolescenti potrebbero prenotare un film la domenica mattina. Mi piacerebbe che ci fossero dei cicli, anche coinvolgendo dei critici”. Che cosa vuol dire partecipazione? La nuova biblioteca sarà un luogo di confronto e di partecipazione per la comunità. Che nasce in un territorio molto fertile da questo punto di vista, che a Roma è diventato in questi ultimi anni una sorta di modello. Cos’è che contraddistingue i cittadini di questo municipio? “Di fatto penso che ci sia un desiderio di partecipazione” ci risponde l’assessore. “Partecipazione è una parola molto ambigua. A volte vuol dire ingerenza, vuol dire populismo, retorica dell’uno vale uno, sabotaggio di processi decisionali. Ma io credo che partecipazione sia una parola molto bella, se pensata come protagonismo delle persone che in genere non fanno politica e non sono rappresentate. Penso ai subalterni in senso gramsciano. Un esempio plateale qui a Roma sono i senzatetto, le persone che vivono nei campi rom, persone che vivono in prigione, quelle senza residenza. Penso che almeno delle forme di rappresentanza per queste persone servano”. “E dall’altra parte penso che le persone che fanno politica siano sempre meno” aggiunge. “Invece bisogna cercare non soltanto elettori, ma militanti, attivisti. Bisogna cercare delle persone che provino a moltiplicare l’impegno dei pochi che hanno deciso di fare politica. Credo che fare politica non sia soltanto un desiderio di alcuni, ma sia un compito, quello che sta all’Articolo 3 della Costituzione, quello che dice che è compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana e la partecipazione alla cosa pubblica. È compito di chi può farlo rimuovere quegli ostacoli che impediscono la partecipazione.  Dobbiamo fare di tutto per dare protagonismo a chi non ha voce. Gli studenti, i poveri, le famiglie a medio basso reddito, gli stranieri, chi è ghettizzato”. Articolo completo su: http://www.retisolidali.it/biblioteca-del-cinema/
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