Di Luca Liverani venerdì 1 aprile 2022.
Presentato dal direttore diocesano Giustino Trincia e dal cardinale Angelo De Donatis. Abissi tra Centro e periferia. Dati peggiori della media nazionali. E il 45% dei romani vive da solo.
Una Capitale che da anni soffre di una pesante crisi sociale, resa più grave dall’urto della pandemia. Una città che fatica più di altre a rialzarsi: troppi i romani poveri, sottopagati, soli, sempre più anziani, uno su sette a rischio povertà, quasi la metà vivono da soli. La Caritas di Roma moltiplica gli sforzi, per le emergenze e per il reinserimento. E nutre aspettative su come verranno investite le quote dei 4,6 miliardi del Pnrr in progetti sociali. Sono i dati e le analisi che emergono dal V rapporto della Caritas diocesana di Roma, Povertà a Roma: un punto di vista, sottotitolo False ripartenze?, presentato dal direttore della Caritas diocesana, Giustino Trincia, e dal cardinale vicario Angelo De Donatis.
I numeri sono drammatici. In un Paese che in 15 anni ha visto la povertà assoluta triplicarsi, dal 3,1 del 2001 al 9,4 del 2020, la Capitale conferma tutte le disuguaglianze. I romani a rischio povertà sono uno su sette: l reddito medio del 41,1% dei cittadini è pari o inferiore a 15 mila euro, solo il 2,4% sopra i 100 mila. Nel I municipio, centro storico, è di 39 mila euro; nel VI, Tor Bella Monaca, di 17 mila (18 mila gli italiani, 11 mila gli stranieri). Nel 2020 i romani a rischio povertà erano il 14,1%, dato superiore a città come Torino, Firenze, Milano e Genova. Sopra la media italiana del 28,7% le famiglie monoreddito, che a Roma sono il 32,8%.
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