Intervista a Christian Raimo tratta da https://www.ilcaffediroma.it
.....Infatti la sua ‘Chiamata alle arti’ ha creato il progetto ‘Grande come una città’, che si articola proprio sul tema generale dello spazio di confronto e dibattito. Quanto è necessaria oggi a Roma una operazione del genere sul piano culturale? “Moltissimo. Secondo me per esempio i soldi del Recovery Fund andrebbero spesi tutti in infrastrutture cognitive, quindi scuole e biblioteche. La mia idea è di pensare la città di Roma come un’aula, come dice McLuhan, concepirla come un luogo di condivisione dei saperi. Questo anche perché il rischio di questa pandemia è di creare due città che convivono assieme. Da una parte una ‘città minima’: si sta a casa, smart working, Dad, spesa online. Questa città per poter esistere ha bisogno dell’altra città, la ‘città di sotto’, quella del rider, di chi sta alla logistica e ai trasporti, dei call center, quindi si creano dei ghetti che non sono solo fisici ma costituiti anche da strutture virtuali. Per uscire da questa situazione è necessario investire nei saperi. Scuole e biblioteche sono centrali”.
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