Vogliono restare nella casa dove sono cresciuti anche se non hanno la possibilità di riscattarla. A San Saba, il rione popolare tra i più ambiti della città, gli inquilini degli alloggi Ater cominciano a preoccuparsi.
Il rione popolare a rischio gentrificazione
Il quartiere, “da sempre è stato caratterizzato da un tessuto sociale prevalentemente non abbiente in cui la solidarietà di vicinato ha reso il rione un porto sicuro sotto il profilo dell’assistenza tra famiglie e tra vicini in generale” ha ricordato la Rete Comune Inquilini Ater San Saba, un’associazione nata per gestire il confronto con l’ex IACP, l’istituto autonomo di case popolari.
Gli alloggi di pregio
La Regione ha firmato una delibera di giunta che prevede la vendita di zona di pregio. Non parliamo quindi dei 7500 alloggi Ater di San Basilio, di Tufello, di Primavelle e del Laurentino i cui residenti sono già stati raggiunti dalle lettere dell’Ater. “A San Saba la situazione è un po’ diversa perchè, come accadrà anche a Garbatella e Testaccio, l’Ater ancora non ha predisposto il piano di vendita” ha spiegato Yuri Trombetti, responsabile Casa del PD romano.
Prezzi fuori dalla portata degli inquilini
Nonostante le lettere ancora non siano partite, i residenti di San Saba hanno già cominciato a preoccuparsi. “Chi non ha la possibilità di comprare casa, ha il timore di doverla lasciare e di doversi trasferire altrove. I prezzi a San Saba potrebbero infatti essere fuori dalla portata di tantissimi inquilini - ha rimarcato Trombetti - per questo, come PD, abbiamo deciso di sostenere la loro richiesta, contro la cosiddetta mobilità, ovvero l’ipotesi di trasferimento. Ben sapendo che, per riuscirci, bisogna chiedere un intervento normativo a livello nazionale”. “
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