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Tavola rotonda NOT HERE. Dove atterrano i fondi?

Oggi 22 aprile – dalle ore 17.00 via Ugento 30 – tavola rotonda al Quarticciolo
nella cornice di: https://www.facebook.com/events/718556855823353

 Not Here – Dove atterrano i fondi? - Piste di atterraggio per luoghi che rischiano di rimanere invisibili.

Per un “dibattito franco, informato e tempestivo” su Rigenerazione urbana, PNNR e fondi europei nei quartieri di case popolari.

Nelle nostre case piove dal tetto, i locali commerciali sono rifugi di fortuna, gli spazi destinati a servizi abbandonati o incompiuti. A Quarticciolo, come in molti quartieri ERP, serve un intervento immediato per dare risposta alle lotte degli abitanti e delle abitanti per una vita dignitosa.

In questi anni il Comitato di Quartiere ha organizzato presidi, assemblee, flashmob, vertenze, ha fatto rete in borgata e in città per accendere l’attenzione su quanto andrebbe fatto, su quanto si potrebbe fare facilmente, perché le periferie di questa città smettano di essere quartieri di serie B.

Proprio per questo le risorse del PNRR, gli incentivi del 110% e i fondi europei rappresentano una grande opportunità da non perdere e da inquadrare in una programmazione integrata e complessiva di progetti all’interno dei quartieri. Gli interventi legati all’abbattimento delle barriere architettoniche devono poter essere finanziati dal bonus 110% in relazione ad un piano di efficientamento energetico complessivo degli stabili. I servizi di prossimità, quali le scuole, devono poter essere istituiti tramite la riqualificazione di immobili pubblici dismessi grazie ai fondi del PNRR, risultando come volano di rigenerazione di tutto il territorio. Nuovi modelli di manutenzione, cura e presidio possono essere sviluppati grazie a finanziamenti europei per poi essere messi a regime in maniera ordinaria, affidandoli a cooperative di comunità perseguendo l’obiettivo di quartieri a disoccupazione zero.

Allo stesso tempo vediamo una serie di pericoli all’orizzonte:
1. Che l’erogazione dei fondi segua la strada più facile invece che la strada più utile. I tempi serrati e le poche risorse a disposizione delle amministrazioni locali rischiano di favorire progetti già pronti, chiusi nei cassetti e facilmente presentabili. È il caso dei primi fondi approvati da Roma Capitale, con il risultato di investire sempre gli stessi territori e lasciare indietro tutti gli altri. Con due effetti negativi: la congestione di zone in cui si affollano fondazioni, ONG, università, enti del terzo settore in un puzzle non sempre componibile; il perdurare dell’incuria e del disinvestimento in gran parte dei quartieri ERP.

2. Che l’erogazione dei fondi sia “cieca ai luoghi”. Negli ultimi trent’anni le case popolari sono state considerate un costo di cui liberarsi e i loro abitanti dei furbetti da tenere sotto controllo. Chi amministra ha spesso scarsa conoscenza degli effettivi bisogni e delle potenzialità di questi contesti. In una logica top down abbiamo visto atterrare playground quando c’erano i fondi per fare i playground, ascensori per persone morte da dieci anni, mettere a bando locali commerciali per Start Up e Artigiani a cui puntualmente partecipano solo sale slot e centri scommesse. Non basta fare politiche giuste nei posti in cui serve, occorre immaginarle e implementarle con chi abita i quartieri. Perché la partecipazione non sia solo un’evocazione o il coinvolgimento di reti di “professionisti” della partecipazione. Perché gli interventi ambiscano ad affrontare i problemi più che al successo della conferenza stampa di inaugurazione.

3. Che l’erogazione dei fondi segua una logica di “compensazione caritatevole”. L’attivazione di progetti una tantum, che vivono il tempo che dura il finanziamento, che modulano i propri obiettivi nella competizione per la vittoria dei bandi e non sui bisogni reali del territorio rischia di essere l’altra faccia di una città che investe gran parte delle proprie risorse su EXPO e Giubileo. Nei quartieri di serie B un anno ci si occupa di inclusione sociale, un anno di transizione ecologica, un anno di digitalizzazione, di donne, di seconde generazioni, di innovazione, di povertà educativa. Come il telo di penelope ogni anno si ricomincia da capo o quasi, inseguendo il claim più dirompente. Nel frattempo lo “sviluppo” è previsto che avvenga altrove, riciclando le stesse formule di sempre: cemento e grandi eventi. Bisogna attivare dei processi, rafforzare le energie vive, favorire la circolazione delle esperienze, costruire le infrastrutture immateriali perché gli abitanti e le abitanti delle case popolari siano nelle condizioni di determinare in prima persona le scelte che li riguardano. Bisogna pensare che i quartieri popolari sono una risorsa incredibile per qualità urbanistica, per dotazione di spazi pubblici, per forza delle reti sociali in una città cresciuta nell’abusivismo. Non un deserto sui cui edificare cattedrali o isole abitate da tribù barbariche da ricondurre alla civiltà.

Per scongiurare questi rischi il primo passo è aprire un dibattito pubblico in città, come per altro prevedrebbero gli stessi regolamenti comunitari, un dibattito che finora non c’è stato sostituito da anticipazioni giornalistiche e deleghe in bianco a figure tecniche.
Per camminare in questa direzione proponiamo una tavola rotonda al Quarticciolo per il 22 aprile alle 17 alla casa di quartiere di via Ugento 30, noi presenteremo una prima ricognizione di cosa sappiamo del nostro quartiere.

Le “X NOT HERE” dell’artista Mauro Cuppone, e curate da Giorgio de Finis, apparse per la prima volta al MAAM Museo dell'Altro e dell'Altrove di Metropoliz_città meticcia, ci aiuteranno a segnalare i luoghi da cui partire per immaginare una borgata rigenerata, i luoghi da non lasciare indietro.
Museo delle Periferie
(facebook.com/NOT-HERE)

Una mappatura di cosa le amministrazioni hanno iniziato a fare e non hanno mai finito, di cosa non hanno mai fatto e non è più rimandabile, di cosa è cresciuto nell’autorganizzazione ed è diventato forte nonostante la loro negligenza.

Una mappatura di possibili piste di atterraggio per le politiche territoriali, perché i fondi arrivino dove servono, perché i nostri quartieri smettano di essere uno spauracchio da evocare nelle cronache dei quotidiani locali, perché la criminalità non sia l’alibi per giustificare gli sfratti e la criminalizzazione di intere parti della città.

Una mappatura per iniziare un percorso condiviso tra le amministrazioni, le realtà attive nel territorio e gli abitanti e le abitanti della borgata. Una tavola rotonda per prendersi un impegno reciproco e definire un iter possibile, perché la rigenerazione dei quartieri ERP non sia solo un’evocazione.

Promuovono:
Comitato di Quartiere Quarticciolo, , Palestra Popolare QuarticcioloDoposcuola Quarticciolo , l’associazione Eta Libera , il Programma periferiacapitale della Fondazione Charlemagne, Fillea Cgil Roma e Lazio , LabSU Laboratorio di Studi Urbani "Territori dell'abitare " del DICEA- Dip. di Ingegneria civile edile e ambientale della Sapienza Università di Roma, Task force natura e lavoro, Nuove Ri-generazioni Lazio

Interverranno:
Massimiliano Valeriani - Assessore Politiche abitative, Urbanistica e Ciclo Rifiuti della Regione Lazio
Maurizio Veloccia – Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale
Mauro Caliste – Presidente V Municipio Mostra meno

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