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Via dei Lucani: i proprietari presentano i loro piani

di Libera Repubblica di San Lorenzo

28 dicembre 2020

«A Roma esiste un’irrisolta emergenza casa: bisogna costruire nuove case!» La premessa è vera, la conclusione un po’ meno. Costruire nuove case non risolve il disagio abitativo. Non lo fa in generale e non può farlo, a maggior ragione, a San Lorenzo, un quartiere centrale e da decenni oggetto di speculazioni grandi e piccole, qui analizzate nel dettaglio

VOI CHE DIRESTE?

Mettiamo il caso che un terreno confinante con il cortile del condominio in cui vivete sia ridotto a una discarica e che da anni voi stiate chiedendo che l’area venga liberata e recuperata a un uso civico e comune. Mettiamo che, un bel giorno, i proprietari di quel terreno, dopo decenni di assenza irresponsabile, vi dicessero: “Eccoci qua, abbiamo un progetto, rigeneriamo l’area! Basta con questo degrado!”.

Mettiamo anche che vi dicessero: “Sentite, se però vi opponete al nostro progetto – che è nostro, perché un po’ di soldi dobbiamo pur farli, è nostro diritto – noi non muoviamo un dito e lasciamo l’immondezzaio così com’è”. E mettiamo infine che i proprietari facessero passare questa loro offerta prendere-o-lasciare come una grande opportunità di progettazione partecipata e condivisa con i residenti.

Mettiamo tutte queste cose: voi che direste?

IL SACCO DELLA CITTÀ E IL SACCHETTO DI SAN LORENZO

A qualcosa di simile abbiamo assistito nel pomeriggio di martedì 22 dicembre 2020 durante un incontro organizzato a Roma, in via dei Lucani, dalla rappresentanza di non meglio precisati proprietari dell’area compresa tra via dei Lucani, via dei Messapi, via degli Anamari e viale dello Scalo San Lorenzo. Chi vive a Roma avrà sentito parlare di quest’area per via dei tristi fatti di cronaca dell’ottobre 2018, quando proprio in uno stabile abbandonato di via dei Lucani morì, dopo aver subito violenza, una ragazza di 17 anni. Chi vive a San Lorenzo sa di cosa stiamo parlando: un cratere abbandonato da proprietari irresponsabili che per decenni, attendendo il momento buono per realizzare, hanno creato una grande zona grigia in cui ampie aree abbandonate, inframmezzate da ruderi e scheletri di costruzioni abusive, si allargano tra officine e baracche, parcheggi, depositi e capannoni artigiani.
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