9 morti a Roma dall’inizio di novembre. Piano Caritas con le parrocchie: 120 posti di accoglienza straordinaria. Aperta da Sant’Egidio la chiesa di San Calisto.
i chiamava Marian, aveva 61 anni ed era un ex camionista. Un’esistenza difficile, la sua, segnata dalla perdita del lavoro e dall’assenza di un tetto sotto il quale dormire. Da tempo, insieme alla sua compagna, aveva trovato rifugio a piazzale del Verano, in una torretta in disuso: la sua nuova casa. La stessa in cui ha perso la vita pochi giorni fa. Era sera e le temperature stavano iniziando a scendere in maniera significativa, quando Marian, per riscaldarsi, ha deciso di accendere un fuoco. Poco dopo, il rifugio era avvolto dalle fiamme. Per l’uomo non c’è stato nulla da fare: troppo gravi le ustioni riportate in quel drammatico incendio.
Marian è l’ultima delle 9 persone senza fissa dimora decedute nelle strade di Roma dall’inizio di novembre, vale a dire da quando il freddo ha cominciato a essere più pungente. La terza vittima solo nel 2021, dopo l’uomo di 48 anni trovato sotto una coperta a Ostia e Mario, 58 anni, morto il 6 gennaio nei pressi della stazione Termini, davanti a un albergo chiuso per l’emergenza coronavirus.
Temperature in caduta libera nella Capitale, che in questa stagione non possono certo considerarsi un’eccezione, se non per il fatto che arrivano nel cuore di una pandemia che ha già aggravato notevolmente la condizione di chi vive in strada, senza un alloggio. Proprio per questo Caritas e Sant’Egidio hanno scelto sin da subito di correre ai ripari, attivando nuove strutture per l’accoglienza dei più fragili. «A Roma sono almeno 8mila i senza fissa dimora – informa Roberta Molina, responsabile dell’Area ascolto e accoglienza della Caritas diocesana -. Un dato emergenziale enorme che non ci poteva trovare impreparati nella modalità di intervento». In collaborazione con le parrocchie romane, la Caritas ha infatti attivato anche quest’anno il Piano freddo, mettendo a disposizione 120 posti di accoglienza straordinaria, che si aggiungono a quelli già messi normalmente a disposizione.
Settanta, in tutto, i posti letto allestiti nelle parrocchie, a cui si sommano, in collaborazione con Roma Capitale, i 75 della Casa di accoglienza “Santa Giacinta” e i 200 di Villa Letizia e Villa Trionfale. Sempre in sinergia con il Campidoglio, sono stati predisposti altri 30 posti letto presso la “Stazione di Posta” in via Casilina Vecchia. «Si è creata una bella rete di solidarietà, tuttavia i posti sono ancora insufficienti – confessa la responsabile -. Solo mettendo in agenda ogni anno un piano sui senza dimora certi scenari potranno essere evitati». Un percorso di accoglienza che le disposizioni in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica hanno finito per complicare.
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