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“Vivi” che le istituzioni hanno dichiarato “morti”


La scorsa settimana le forze dell'ordine sono state allertate per via di un macabro ritrovamento all'interno dell'edificio di via Costi, nella periferia est di Roma. Gli occupanti chiamarono i soccorsi per via di un corpo privo di vita di un ventottenne originario del Gambia. L'intervento della Polizia portò al secondo sgombero nel corso degli ultimi quattro anni. Il primo si ebbe nell'agosto del 2017, dopo che un'enorme rogo era divampato tra i rifiuti ammassati nel cortile dello stabile. Nonostante tutto, in entrambi i casi, l'edificio è rimasto libero per pochissimo tempo. "Nulla è cambiato dopo la morte del giovane. Prima erano 300 occupati, oggi sono meno ma appena la guardiania andrà via, torneranno", racconta un residente, Tonino D'Alessandro. "Come si può parlare di integrazione, quando le istituzioni fanno finta di niente. Queste sono persone ed hanno bisogno di aiuto", spiega la presidente del Cdq La Rustica Unita', Dina Rencricca Perri.

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